Possibile crisi governo Netanyahu: leva ultraortodossi e tensioni su Gaza e Siria
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Direttore: Alessandro Plateroti

Possibile crisi governo Netanyahu: leva ultraortodossi e tensioni su Gaza e Siria

Benjamin Netanyahu

La coalizione di Netanyahu vacilla tra l’esenzione dalla leva per gli ultraortodossi e lo scontro in Siria.

Il contesto politico israeliano vive un momento di forte tensione interna, mentre all’estero restano accesi i fronti di conflitto. Da un lato la stasi negoziale per il cessate il fuoco a Gaza, dall’altro l’eterna emergenza della leva obbligatoria ultrareligiosa. In questo scenario il governo di Benjamin Netanyahu rischia di perdere la sua fragile maggioranza, con ripercussioni che potrebbero sfociare in elezioni anticipate. Allo stesso tempo, va registrata una preoccupante escalation nel sud della Siria, donde emergono nuovi rischi strategici per Tel Aviv.

Benjamin Netanyahu
Benjamin Netanyahu – newsmondo.it

Crisi interna: la leva degli ultraortodossi

Da decenni l’esenzione per gli ebrei ultraortodossi, noti come haredim, è parte di un accordo storico del 1948. Tuttavia, dopo quasi due anni di conflitto con Hamas che ha visto l’esercito israeliano impegnato in prima linea, la richiesta di nuovi effettivi è divenuta improrogabile.

Una proposta di legge presentata in Parlamento mira a rimuovere questa deroga, scatenando l’indignazione dei partiti religiosi. L’uscita del partito “Ebraismo unito della Torah” ha fatto vacillare la coalizione, già affievolita a quota 61 seggi su 120. In queste ore si teme l’abbandono anche di Shas, con i suoi 11 parlamentari, che metterebbe definitivamente in crisi il governo di Netanyahu. Le trattative sono concitate, ma se una nuova defezione si aggiungesse, la strada verso il voto anticipato sarebbe ormai segnata.

Riapertura del fronte siriano

Mentre le tensioni sul fronte interno aumentano, anche i confini esterni non offrono tregua. Nel sud della Siria si è riacceso lo scontro tra tribù beduine e la comunità drusa, tradizionalmente sostenuta da Israele per garantire la propria influenza nella regione dopo il vuoto di potere lasciato dal regime di Assad e la crescente influenza di Ahmed al‑Sharaa.

L’escalation si è concretizzata in una campagna di raid aerei israeliani contro milizie governative, una risposta all’uccisione di almeno 12 civili drusi. Damasco ha dichiarato un cessate il fuoco, ma l’atmosfera rimane grave e imprevedibile. Israele scruta con attenzione, pronto a intervenire nuovamente se venissero violate le aree considerate strategiche.

Il premier Netanyahu si trova in una condizione di estrema complessità: da un lato la necessità di far approvare una riforma della leva che scuote l’anima tradizionalista del Paese, dall’altro la gestione di flussi conflittuali in regioni sensibili, come Gaza e la Siria meridionale. Una partita a più livelli, dove ogni mossa – interna o estera – può influire sul futuro del governo. Se la coalizione non troverà un equilibrio tra le aspirazioni militari, religiose e strategiche, le urne anticipate potrebbero diventare realtà prima del previsto.

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ultimo aggiornamento: 16 Luglio 2025 9:15

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